C’era una volta,
in una foresta incantata, un lupo di nome Bonny.
Raccontavano che Bonny era un lupo
solitario e spaventoso per la fama di divoratore di conigli. Bonny non era un
lupo “normale”, era buono, desiderava preparare feste e amava la compagnia. Anche se purtroppo tutti gli animali fuggivano da lui, cosa che lo faceva dispiacere moltissimo.
Un
giorno stava camminando lungo un vecchio tratturo, i fiori chiudevano i
petali, le foglie tremavano e gli alberi stavano ritti quasi come se non
volevano essere notati. Una lacrima stava per attraversare il muso di Bonny, ma… si
trovò davanti un cane grosso quasi come lui, grigio e dal volto
triste.
Bonny gli disse: <Chi sei? Che ci fai qui?> Con voce curiosa
e tremolante.
Quello strano cane rispose con voce decisa: <Sono Benny e sono
scappato. Tu chi sei?>
Così, Bonny e Benny si parlarono a lungo.
A quanto pare Benny era un cane a cui venivano date troppe attenzioni, viveva in
una fattoria con un’anziana signora ed il figlio rimasto a carico della
fattoria; era scappato per fingersi un lupo solitario e vivere di cacciagione.
Cosi, pensarono che Bonny avrebbe fatto il cane pasciuto e coccolato, mentre Benny
avrebbe preso il posto di lupo solitario.
La saggia quercia Chiomalbero, che
aveva assistito alla chiacchierata disse: <Seguite il consiglio del vecchio; il lupo faccia il lupo e il cane faccia il cane>.
Gli amici però non gli
diedero ascolto: si diedero appuntamento per l’indomani, Bonny si avviò verso
la calda fattoria e Benny s’inoltrò nella foresta.
Il giorno dopo, gli amici si rincontrarono e quasi non si
riconobbero.
Benny aveva un gran mal di schiena e stava morendo di fame, mentre Bonny era ingrassato molto ed era ricoperto di fiocchi rosa e
brillantini.
Benny non era riuscito a cacciare nulla e fu stato costretto a
dormire su un ramo di un albero, perché l’orso Bruttorso lo rincorse per
tutta la foresta.
Bonny, invece, arrivato alla fattoria si trovò davanti la
moglie del figlio dell’anziana signora che lo riempì di fiocchi
rosa e brillantini e che poi gli dette da mangiare arrosto, verdura e ancora arrosto, fino a quando non si addormentò.
L’albero Chiomalbero fece una
fragrante risata e disse: < Questo accade a chi non vuole ascoltare e non si sa
accettare, ora avete ascoltato e la lezione avete imparato. > A quel punto, gli
amici si sono salutati e dalle loro vite non si son mai più separati.
Non bisogna mai farsi guidare dal pregiudizio, perchè questo non è altro che una benda sugli occhi che ti impedisce di vedere veramente chi hai davanti. La prudenza è un pregio ma bisogna comunque cercare di vedere le persone per quelle che sono e non per quello che sembrano o per quello che gli altri dicono che è.
Beatrice ( 11 anni )